Da  Un prete qualunque

Incontri e problemi

Oggi si è svolto, in una parrocchia della cosiddetta piana (per distinguere quel territorio pistoiese dalla collina e dalla montagna), l'incontro mensile(1) di un piccolo gruppo di sacerdoti che desiderano conoscere e approfondire la spiritualità del Movimento dei Focolari, fondato e diretto da Chiara Lubich. Abbiamo iniziato a farlo dal mese di settembre(2), cambiando ogni volta luogo di ritrovo, un modo per conoscerci meglio, ognuno nel proprio ambiente. E' difficile per noi preti avere il tempo e l'occasione per stare insieme, anche perchè, oltre al ministero sacerdotale, dobbiamo far fronte a problematiche di vario genere, come alla conservazione e manutenzione degli edifici, all'ascolto e all'aiuto delle persone in condizioni disagiate, al servizio a questa o quella associazione e poi c'è chi insegna, chi studia, chi ha più di una parrocchia. Insomma, per chi vuole e può, fisicamente parlando, il lavoro non manca.

Don Claudio ha fatto gli onori di casa. Era la prima volta che visitavo quella chiesa e quella canonica. Si tratta di edifici sei-settecenteschi, senza niente di particolare, se si eccettuano un affresco incompleto del seicento (Annunciazione) ed alcune pitture sulle pareti dell'abitazione del parroco, eseguite da un sacerdote ai primi dell'ottocento. Artista di qualità è lo stesso don Claudio, pittore di icone, suonatore di violino e costruttore di strumenti ad arco. Nella sacrestia ci ha mostrato una delle sue realizzazioni, una bellissima Madonna del tipo Colei che sta sulla porta, riproduzione di un originale che si trova in un monastero del Monte Athos, in Grecia(3).Nel tempo della condivisione, nello spazio della fraternità, durante il quale ci scambiamo notizie, problemi e consigli, abbiamo conosciuto le difficoltà di un confratello per un dissidio nato con un gruppo di laici.

Oggi, la posizione del prete si è fatta scomoda - ammesso e non concesso che ieri non lo fosse - e si scontra con esigenze sempre più spesso contrastanti, in realtà sociali fortemente secolarizzate, oltre ogni limite, dove restare in equilibrio è difficile, dove è necessario scegliere, sapendo di suscitare incomprensioni, talvolta un vero e proprio risentimento che può prolungarsi nel tempo, negli anni. Eppure, in certi casi, non è possibile tacere, è necessario intervenire, lo esige il senso di responsabilità, la propria coscienza, il bene stesso delle persone coinvolte e quello più in generale della comunità.

E' come essere genitori? Peggio, perchè in una famiglia i ruoli, anche se al presente smorzati e appiattiti, sono identificabili; il ruolo del prete invece è per la gente spesso indistinto, per molti confuso, in bilico tra celebrante di riti, manager, assistente sociale, nel peggiore dei casi il furbetto che in nome di un dio misterioso, lontano, talvolta schizofrenico, si insinua un pò ovunque e fa il suo gioco, il suo interesse (economico o di sesso)(4). C'è chi lo vorrebbe esclusivamente in chiesa, che non si interessi e non si impicci d'altro, esclusivo guardiano e custode del sacro recinto (di cui sempre meno si capisce il senso); c'è chi lo vorrebbe uomo di mondo, esperto di questo e di quello; c'è chi non vuole aver niente a che fare; c'è chi cerca di approfittare.

Comunque e ancora, alle nostre latitudini, il prete, compresso tra le esigenze delle sue anime, gli apparati burocratici delle curie o delle congregazioni e le questioni materiali, resta generalmente al centro dell'attenzione, sia per essere apprezzato, sia per essere denigrato (quasi non ci fossero vie di mezzo). In un'epoca in cui va di moda, fa trend, dirsi non-credenti, agnostici, non impegnati religiosamente, nonostante alcuni esempi tristissimi di preti pedofili e preti inquisiti per vari reati, resta per molti una figura di riferimento, da cui ci si aspetta il meglio, ci si aspetta tanto (forse troppo). Il motivo? Sicuramente c'è bisogno di qualcuno che parli di Dio, che lo rappresenti, perchè, nonostante tutto, esiste e per certi versi inconsciamente cresce, la nostalgia del Totalmente altro, cioè dell'Assoluto, dell'Eterno.

Prima di salutarci, don Claudio ci ha fatto ascoltare un brano musicale, magistralmente eseguito con un violino realizzato con le sue stesse mani nel piccolo laboratorio di casa. Non ricordo l'autore di quelle note, ma quella musica mi è venuta dentro, unita ai tiepidi raggi di sole d'un mezzo inverno primaverile, filtrati fin sopra un'immagine dorata e leggera di Madonna (icona eseguita con tecnica greca, russa... chissà?). La scena, un capolavoro in rapida fuga di prospettiva, mi è sembrata... un segno dall'Alto, una benedizione celeste, prima di riprendere, ciascuno, il suo impegno tra la gente.

 

La sua mano si è posata sulla mia

mentre il suo sguardo mi faceva chiaramente segno

di avvicinare il mio orecchio alla sua bocca.

Ha pronunciato allora distintamente queste parole:

"Che cosa importa? Tutto è grazia!"

(Georges Bernanos, Diario di un curato di campagna, Mondadori, 1978)

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(1) Mezza giornata, al mattino, per finire con il pranzo.

(2) Don Gianni, sacerdote focolarino di Firenze, ci guida nell'incontro, facendoci ascoltare tra l'altro, dopo il notiziario del Movimento, la parola straordinariamente vivace e profonda di Chiara.

(3) La storia leggendaria parla di una antica immagine apparsa luminosa in mare, al tempo delle lotte iconoclaste, raccolta dai monaci ed esposta alla venerazione dei fedeli. Quella antica icona andò poi perduta, rubata, dicono le cronache. Al suo posto ne fu sistemata un'altra identica, destinata a subire l'oltraggio dei turchi che, nel tentativo di distruggerla, la colpirono con una lama al volto, che iniziò subito a sanguinare, determinando la fuga degli aggressori. Da quel giorno, ogni sua riproduzione porta sulla guancia destra il segno dell'affronto. Quella Madonna oggi è ancora più famosa, perchè un olio misterioso e profumato trasuda dalla sua figura, così come una sua copia, realizzata in quel monastero e trasferita in Canada da un immigrato greco.

- “La mia invece, niente!", dice scherzando don Claudio.”

(4) "Sacerdote: un uomo che si occupa della nostra vita spirituale per migliorare le condizioni della sua vita materiale", diceva Ambrose G. Bierce (1842-1914, scrittore statunitense) ne Il dizionario del diavolo.

 

Dal diario di un prete

17-22 luglio 2006

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