Da Un prete qualunque

Una lezione di vita

 

La Loisa mi racconta ciò che gli è accaduto poche settimane fa. Era in stazione, in attesa che la venissero a prendere con l'auto, dopo essere scesa dal treno. Due zingare, ben vestite, ciascuna con un bimbo in braccio e accompagnate da alcuni uomini, le si sono avvicinate chiedendogli l'ora. Con un gesto istintivo, fortemente negativo - e non solo come riflesso condizionato di difesa da una presunta richiesta di denaro - gli ha risposto:- "Non so che ore sono!", pur avendo l'orologio da polso ben in vista.

Il gruppetto di zingari si è allontanato in silenzio, portandosi poco distante.L'impressione di aver sbagliato, di essere stata meschina e ipocrita gli è rimasta viva per tutto il tempo dell'attesa, pur provando una certa invidia quando ha visto gli zingari salire su di un taxi ed allontanarsi prima di lei.Alcuni giorni dopo, in un'altra stazione, scesa da un treno in ritardo con due grosse borse e dovendo prendere la coincidenza su di un binario distante, si è messa a camminare in fretta, quasi sicura di non farcela.

Mentre cercava con fatica di raggiungere quel treno, ha sentito che qualcuno gli stava prendendo la borsa che portava con la mano sinistra (quella stessa mano dove, a poca distanza, vi è l'orologio da polso).- "Mi dia qua, che l'aiuto io". Era un giovane, che lei ha visto solo di spalle, ma che ha conosciuto essere uno zingaro. Insieme ad un amico andavano più veloci di lei. Era convinta che non avrebbe più rivisto quella borsa piena di tante cose per la figlia.- "No, non importa... venite qui... ce la faccio da sola... anche se perdo il treno... aspetto quello dopo..."

 Quando è giunta in prossimità del convoglio, ha visto la borsa posata sulla soglia della portiera, in attesa della padrona. Dei due giovani nemmeno l'ombra. Salita, dopo appena due minuti il treno è partito ed è giunta in orario all'appuntamento. Raccontandomi queste cose mi fa:- "Don Franco, sono convinta che fossero due angeli che volevano farmi capire di non essere così egoista. Con i tempi che corrono bisogna stare attenti, ma non si deve negare a nessuno l'accoglienza".

Bella lezione di vita, sia degli zingari che della Loisa. Coincidenza. Proprio la sera in cui ho scritto queste righe, continuando la lettura dell'affascinante Pellegrinaggio alle sorgenti, di Lanza del Vasto(1), a pagina 82, trovo descritto un episodio simile:

 

Mentre mi affannavo sul marciapiede della stazione in mezzo alla folla,

un adolescente mi prese il fagotto dalle mani, e poichè resistevo disse:

"Non crediate che lo faccia per denaro, signore"

e corse ad accuparmi un posto nel vagone.

 

Quante sono le circostanze, anche piccole, i fatti, anche minimi, che hanno da insegnarci qualcosa. Purtroppo, nel migliore dei casi, siamo distratti, nel peggiore non abbiamo voglia di fermarci a riflettere, nè tantomeno di lasciarci mettere in discussione. Quando si dice che il mondo deve cambiare, dovremmo intendere il nostro mondo, quello creato dalle nostre parole, dai nostri gesti: è l'unico mondo sul quale possiamo sicuramente influire; sull'altro, quello esterno, quello della politica, dell'economia, della finanza, delle relazioni internazionali, è molto improbabile, direi impossibile.

  

Ama

saluta la gente

dona

perdona

ama ancora e saluta...

Dai la mano

aiuta

comprendi

dimentica

e ricorda

solo il bene...

Vai di paese in paese

e saluta tutti

il nero, l'olivastro

e perfino il bianco.

(D. M. Turoldo, Canta il sogno del mondo 1-5.9-14.29-33,

da Il grande male, Mondadori, 1987)  

___________________

(1)     L'opera, riedita in italiano da il Saggiatore nel 2005, ha come sottotitolo L'incontro con Gandhi e con l'India, e descrive il viaggio compiuto da Giuseppe Giovanni Lanza di Trabia-Branciforte - che adotterà lo pseudonimo Lanza del Vasto, oltre all'appellativo di shantidas (servo della pace) datogli dallo stesso Gandhi - dal dicembre 1936 al marzo 1938. Lanza del Vasto, nato a San Vito dei Normanni (Brindisi), ha vissuto in Francia dove, negli anni cinquanta, ha fondato l'Arca, la prima comunità gandhiana d'Occidente. Pacifista, poeta, scrittore, grande anima cristiana, viaggiatore instancabile, morirà a Murcia, in Spagna, il 5 gennaio 1981. Riposa a la Borie Noble, in Francia.

 
                                                                                                             Torna a Un prete qualunque