Poeti

Renzo Lunardi


Nasce a Castagno di Piteccio il 18.8.1924 ed abita a Colle dal 1939. Ha scritto centinaia di poesie, la prima delle quali dedicata alla madre, oltre sessant'anni fa; ha partecipato a numerosi concorsi nazionali e internazionali, ricevendo attestati, medaglie e premi (Sotto il Campanile, La Torre Pendente, La Rosa Editrice...). Molte delle sue opere sono pubblicate.
                                  





     
Una mamma è...
  
Una mamma è una stella che brilla
nella notte, al mattino e alla sera;
è un’amica fedele e sincera
che, tradire, giammai ti potrà.
   E’ la luce che illumina il mondo,
della quale non puoi fare a meno;
il suo sguardo ti rende sereno,
la sua voce accarezza il tuo cuor.
   Una mamma è qualcuno che soffre
in silenzio e a te mostra il sorriso;
non negarle mai un bacio sul viso
perchè, lei morirebbe per te.  
   Una mamma ti veglia, ti scruta,
ha timore che tu non riposi;
ti regala i suoi sguardi amorosi
fino a che non ti vede dormir.
   Quando tu ti sarai fatto grande
e lei avrà i suoi capelli d’argento,
stai con lei, non lasciarla un momento:
a quel punto, ha bisogno di te.
 
Voci dalla campagna
 
  Bello è sostare all’ombra degli ulivi
ed ascoltare il cinguettio dei passeri
appollaiati là, sopra il cipresso,
il fruscio delle fronde degli abeti.
Ammirare il fiorire dei roseti
nei giardini, quand’è primavera.
   E ancora: guardar la capinera
che indaffarata fabbrica il suo nido,
ascoltare delle civette il grido,
nel mistico silenzio della sera.
   E poi il ruscello che scende verso il piano,
spumeggiante e festoso,
portandosi con sè foglie e detriti,
e andando verso oceani infiniti:
dove si placa cessa il folle andar.
   Bello è assistere, al tempo degli arrivi,
al volo delle rondini che vanno verso la gronda
alla ricerca di quel vecchio nido
lasciato lì, nell’altra primavera;
lo troveranno, forse, verso sera
e lì, staranno, finchè vien l’autunno:
ogni anno questo si ripeterà.
   E’ bello, infine, udire l’usignolo
a sera; quando già spunta la luna
contar le stelle piano, ad una ad una
fino a che il sonno non arriverà.
   
Vecchio paese
  
Vecchio paese mio, verde e selvaggio
in te respiro pura aria di poggio,
le tue stradelle strette e solitarie,
il verde delle valli
l’argento degli ulivi;
tutto quello che voglio in te lo trovo:
folte macchie di rovo
e querce secolari,
e grandi vigne dai lunghi filari
cariche di ciocche.
   Poi: donne belle dalle fresche bocche
ardenti e innamorate,
sorgenti zampillanti d’acque pure
splendide creature,
compagne dei miei sogni
in queste lunghe notti senza luna,
ch’io bacio ad una ad una
appena chiudo gli occhi e mi addormento.
   Il vento corre e va lungo le valli
s’acquieta al piano, lentamente muore
e cessa il suo rumore,
ed il paese mio ridente giace
a piè dei colli,
così com’io lo volli
così com’era nella mente mia
fin da quand’ero all’alba della vita.
  Il Nostro Colle

E’ bello ritrovarsi,cari amici,
di tanto in tanto, sopra a questo colle,
ci basta poco per esse felici:
amiam la vita semplice così.
 
In questa sala noi ci ritroviamo,
mangiamo questo cibo genuino,
e tra un boccone e l’altro discutiamo
mentre un bicchier  di vino sgorga giù.

E questo colle ormai ci è caro
E non lo cambierem con altri mai
A doverlo lasciar sarebbe amaro:
viver qui ci dà la felicità.

C’è l’aria pura, il verde ovunque abbonda,
la gente è laboriosa e sincera,
c’è in gran silenzio quando è notte fonda:
è salutare il vivere quassù.

Ci son fiori di campo e di ginestra,
 e ulivi inargentati, in ogni valle,
s’affacian dame belle a ogni finestra:
e le pupille ci fan rischiarar.

Dolce mio colle, adesso ti saluto,
resta sempre così,come tu sei,
a te ho donato i miglior anni miei,
e spero di restar sempre con te.  

Renzo Lunardi   da    (POESIA TRA LE FRONDE)
Capezzana in autunno
 
Salendo su per quella via alberata
Tra file di cipressi,
senti salir con te,per la vallata
un buon odor di mosto,
che ribollendo là nelle vinaie,
si trasforma in buon vino.
 
E sali ancora, e senti più vicino
Il cinguettio dei passeri
Che, fra i rami,nel parco della villa,
si vanno a rifugiar verso sera,
quando il sole scompare
e la campagna chiama alla preghiera.
 
E dal frantoio si spande tutt’intorno
Odore d’olio vergi
   
ne d’oliva,
e così, mentre stava morendo il giorno
tutto d’un tratto arriva,
dalle case coloniche,
un delizioso odore di fettunta.
 
Renzo Lunardi  da  (POESIA TRA LE FRONDE)