La via Francigena

La Torre

I territori di Colle e di Capezzana, si trovavano lungo uno dei tanti rami secondari della Via Francigena, cioè di quell'insieme di strade e sentieri che collegavano Roma con la Francia e il nord Europa fino a Canterbury, in Inghilterra, percorse dai pellegrini ma anche da mercanti e merci e, talvolta, da eserciti nei loro spostamenti.       [altri due itinerari molto importanti erano il Cammino di Santiago de Compostela, verso la tomba dell'Apostolo Giacomo e la Via Micaelica o Via dell'Angelo o Francigena del Sud, dal sud Italia verso Roma e da Roma verso Gerusalemme. Per ciascuno di questi "cammini" i gruppi e i singoli portavano le insegne: chi andava a Roma a venerare la tomba di San Pietro esponeva il simbolo delle chiavi; chi andava a Santiago esponeva la conchiglia; chi andava verso Gerusalemme portava la croce].

Per i pellegrini che scendevano dal nord-ovest, la città di Pistoia era importante perchè nella sua cattedrale, dall'anno 1144, è custodita una reliquia di San Giacomo, giunta direttamente da Compostela, al tempo in cui era vescovo Atto, poi divenuto santo e uno dei patroni della città (oggi quella reliquia si trova nella Cappella di San Jacopo con il prezioso dossale in argento iniziato nel 1287); così come Prato, perchè nel suo duomo, si conserva la Cintola della Madonna (detta Sacro Cingolo), reliquia giunta nel XII secolo e per la quale fu creato il pulpito di Michelozzo, divenuto famoso per le decorazioni di Donatello (fra il 1428 e il 1438).

I pellegrini, dalla piana dove si trovano le due città, una sull'Ombrone e l'altra sul Bisenzio, risalivano quindi il Montalbano, trovando nell'oratorio di Sant'Jacopo a Capezzana, nella chiesa di San Giusto e nell’abbazia di San Baronto (costruita dai monaci dell'ordine di Cluny tra il IX e il XII secolo la cui campana, chiamata "la Sperduta", secondo la leggenda, ogni sera indicava la via da seguire) dei punti di riferimento per la preghiera.

[“(Nel medioevo - ndr) a conferma della rilevanza dei tracciati (lungo il Montalbano - ndr) sta l'antichità dello spedale Sanctus Ambrosius de Quarrata [...] così come, sull'altro versante, sta l'abbazia di San Baronto (e di San Giusto - ndr), uno dei più vetusti monasteri del pistoiese, la cui ubicazione, come si riscontra un po' per tutte le chiese monastiche, non potè che essere strettamente legata alla viabilità. Ma è anche da tener presente un altro fatto: le strade che valicavano il Montalbano servivano a collegare i centri della valle dell'Ombrone con il mare e con la via Francigena, la principale arteria di traffico terrestre nel medioevo. A Cerbaia, sull'opposto pendio, i viandanti potevano infatti imbarcarsi sulle navicelle, per attraversare la vasta palude formata dall'Usciana, e raggiungere Fucecchio, mansio sulla via Francigena e porto fluviale sull'Arno" (da Profilo storico del territorio di Quarrata, di Renato Stopani, in Quarrata, storia e territorio, Studio Immagini, Banca di Credito Cooperativo di Vignole, 1991)]


Disegno di Piero Mazzoni (il pellegrino)

Riguardo alla località Torre di Sant'Alluccio, a pochi chilometri in linea d'aria dall'oratorio di San Jacopo e dalla chiesa di Colle, se la leggenda parla di un monaco Allucien venuto dalla Francia con altri due confratelli (Justis e Barontes), per noi il riferimento ci sembra assai più vicino. Si tratta di Allucio, figlio di Omodeo, nato a Campugliano, nella Val di Nievole, nell'anno del Signore 1070. Allevatore di bovini, dedicava tutto il suo tempo libero ad accogliere nella sua casa i viandanti della vicina strada Firenze-Lucca, l'antica via Cassia-Clodia. Crescendo negli anni e nella considerazione della gente per la sua pietà, a lui fu affidato l'ospizio del suo paese natale che divenne efficiente e modello in tutta la zona, grazie anche all'aiuto di alcuni compagni, che in seguito divennero i Fratelli di Sant'Allucio. La sua attività fu senza sosta, tanto da fondare un altro ospizio sul Montalbano e sulle rive dell'Arno, giungendo, secondo la leggenda, a sospendere una guerra tra le città di Faenza e Ravenna. Morì il 23 ottobre 1134 e le sue spoglie, dopo la proclamazione della sua santità ad opera del vescovo di Lucca il 23 ottobre 1182, traslate nel duomo di Pescia.


           Foto ripresa da "Quarrata identità di un territorio " di Franco   Benesperi  edito per conto della  bcc di Vignole

 
  La  Torre  oggi